“Dio arriverà all’alba”: Alda Merini nello spettacolo e le parole di Antonio Nobili

di Luca Cecchelli

Torna al Teatro Oscar, solo per sabato e domenica, lo spettacolo “Dio arriverà all’alba”, oramai sorta di cult sulla poetessa milanese, Alda Merini. L’intervista al regista Antonio Nobili, nonchè autore di tutte le produzioni di TeatroSenzaTempo.

Quarto anno di tournée per questo spettacolo: come è nato l’interesse di raccontare Alda Merini, da un atto d’amore?
«Il lavoro su Alda nasce in seguito alla diffusione che ha avuto negli ultimi anni la figura della poetessa, soprattutto sui social, diventando in breve tempo un fenomeno pop. Allo stesso tempo però esisteva, ed esiste ancora, un vuoto nella conoscenza della sua biografia e della sua esperienza di vita: proprio dall’esigenza di colmare questo vuoto è nato lo spettacolo “Dio arriverà all’alba”».

Una ricostruzione della vita attraverso il quotidiano più intimo e prezioso della celebre poetessa. Che immagine emerge della Merini in questo spettacolo, si scopre qualcosa in più di quello che già si conosceva o altri aspetti?
«Attraverso una narrazione intensa ed efficace, come su un’altalena di emozioni e contraddizioni, emerge il sarcasmo con cui Alda Merini ha sempre affrontato l’esistenza. Emerge tutto l’universo meriniano in quella sua disordinata quotidianità che, tra un mozzicone di sigaretta e un bicchiere di rosso, accompagna un’inquietudine irrisolta senza alcuna pretesa di mascherarla».

“Uno spettacolo biografico originalissimo. In scena non solo la poesia, ma sopratutto il quotidiano della “poetessa dei Navigli”. Una finestra affacciata verso l’interno. Alda Merini, la poetessa, la madre, la folle capricciosa truccatissima e ingioiellata frequentatrice del Costanzo Show”

Quali sono state le fonti nella costruzione dello spettacolo?
«La fortuna di lavorare su una poeta dalla produzione sconfinata e contemporanea, ai mezzi di comunicazione più moderni, dalla televisione alla radio, mi ha messo davanti ad un mare di informazioni nel quale non ho fatto altro che immergermi per un anno intero, al fine di distillarlo nei versi e nelle battute dello spettacolo».

Un testo allo stesso tempo commovente e divertente, c’è dolore e amore. Possiamo dire che si basa dunque sulle due componenti della poesia e della vita della Merini?
«Sì, assolutamente. Amore, dolore, sarcasmo, comicità e cinismo trasformano la poltrona su cui siede lo spettatore in una girandola, una giostra di emozioni continue e senza continuità di spazio e di tempo».

“Una poesia che nello spettacolo “Dio arriverà all’alba” sorge dove non ci si aspetterebbe mai, tra i mozziconi di un posacenere, tra la polvere sui mobili e le cianfrusaglie da rigattiere,
sui tasti di un pianoforte di una casa popolare”

In queste tournée è cambiato qualcosa rispetto al debutto, c’è stata una “evoluzione” di alcuni momenti dello spettacolo?
«Un po’ come Leonardo da Vinci portò per anni con se la Gioconda, apportando piccole modifiche di tanto in tanto, io stesso ho più volte sentito la necessità di fare piccole modifiche strutturali o di contenuto, nate da quella collaborazione silenziosa del pubblico che mi piace osservare e “ascoltare” durante ogni replica. Alla fine sono loro i destinatari dell’opera e io questo non lo dimentico mai».

“Non mi offendeva più quella donna. Lei parlava e io capivo. Ascoltavo, non feci altro che ascoltare, non scrissi neppure una riga. Le sue parole erano come un balsamo che mi pioveva sulla pelle. Io lo lasciavo scorrere, lo lasciavo agire. Parlammo per ore, persi ogni concezione di spazio e tempo, ero poggiato sulle sue parole in una dimensione che ancora oggi non saprei spiegare. Mi piaceva, mi attraeva e ne volevo di più”. Chi è Paolo e in che modo contribuisce allo sviluppo della storia?
«Ogni autore si nasconde in un personaggio della propria opera, nella scrittura come nella pittura e in tutta l’arte in genere. Io sono nascosto nei panni di Paolo, il quale entra nella vita della Merini lasciando che inesorabilmente lei entri nella sua. Il personaggio di Paolo è drammaturgicamente determinante per scoprire il mondo di Alda, un mondo che non ha bisogno di essere scoperto, che è già nudo, ma va saputo guardare con occhi che Paolo, giorno dopo giorno, impara ad avere».

“Alda Merini viene mostrata al pubblico nel suo più sincero quotidiano, fatto di contraddizioni e dolori, ma anche di gioco, ironia e faticosa ma imprescindibile libertà”

 Altri personaggi in scena Arnoldo e Anna. Come è avvenuta la scelta di alcune persone rispetto ad altre che hanno gravitato nella vita di Alda, che criterio avete usato?
«I personaggi dello spettacolo sono frutto di ricerche su figure reali esistite nella vita di Alda e tutti permettono che emerga un aspetto importante della personalità della “Poetessa dei Navigli”».

“Dio arriverà all’alba” rappresenta ad oggi una evocazione unica di un personaggio entrato nella storia di questo Paese”

La sua universalità ha portato Alda Merini a superare la prova del tempo attestandosi come la poetessa più letta e oggi più condivisa perfino sui social. Ritieni che la sua figura, certo dopo il tuo spettacolo, ma più in generale ultimamente, sia stata in qualche modo rivalutata come contemporanea e popolare, oltreché poetica? La sua memoria sta rivivendo una nuova fase?
«Senza modestia ritengo che il nostro spettacolo sia stato determinante nella rivalutazione della figura della poetessa. Quando ho iniziato a scrivere la “casa museo” di Alda era in chiusura, le sue opere non erano certo ai vertici delle classifiche, si condividevano sui social le sue foto e le sue frasi, fine. Con lo spettacolo “Dio arriverà all’alba” è cresciuta moltissimo la curiosità di conoscere il mondo di Alda, in pieno. Oggi tutte le attività che ruotano intorno alla figura della poetessa conoscono una nuova (meritata) vita».

“La Merini attraverso la poesia è riuscita a superare le proprie “ombre della mente” entrando profondamente in contatto con se stessa e imparando a superare il dolore attraverso la scrittura. E la restituzione della sua umanità a una società che l’aveva sempre emarginata e umiliata nei contesti più disparati suggerisce quanto la poetessa sia ancora oggi fonte di ispirazione per la sua sfida alle norme sociali, per la conquista della libertà di mostrarsi autentica”. Un breve commento a questa dichiarazione.
«Nel caso della poesia di Alda Merini la risposta ai traumi privati (l’essere donna in una società patriarcale, la malattia mentale, le difficoltà finanziarie) e collettivi (la guerra, la persecuzione fascista) diventa un atto liberatorio nella prassi poetica. L’Io poetico dimostra come sia possibile resistere alla violenza e costruire un nuovo sé ispirandosi all’etica relazionale che si oppone alla “logica” del contesto contemporaneo».

“Si ride (tanto), come non ci si aspetterebbe, si piange,
e alla fine si resta estasiati davanti a tanta
poesia”

 Questo spettacolo ha avuto una sorta di seguito in Indagine su Alda Merini – Non fu mai donna addomesticabile. Si tratta di un approfondimento, una nuova fase rispetto a questo spettacolo?
«La nostra missione di diffusione è talmente vasta che ci siamo trovati davvero a dover cercare una formula, una strada diversa, più intensa, più agile e snella allo stesso tempo.

Un proverbio indiano dice: “Se non puoi incontrarli tutti insieme, puoi incontrarli uno ad uno”. Quello che stiamo facendo infatti, trasferendo il proverbio sopra all’impresa culturale, è delocalizzare le produzioni raggiungendo un numero superiore di platee e di esseri umani bisognosi di poesia. In questo periodo storico, soprattutto, l’esigenza è tale che mi lascia sorpreso città dopo città».

TeatroSenzaTempo produzione di spettacoli teatrali è attiva dal 2007 nel panorama teatrale nazionale. Forte di attestazioni di stima di importanti istituzioni nazionali e internazionali, ricordiamo l’ambasciata di Spagna in Italia, l’Istituto Biblioteche di Roma, la Regione Liguria e varie amministrazioni comunali tra cui il Comune di Roma, Milano, Firenze, Torino, Bologna, Napoli. Tutta la produzione è firmata da Antonio Nobili, attore, autore, regista pedagogo e produttore, un infaticabile del panorama teatrale contemporaneo, ospitato dall’Università La Sapienza e Roma Tre con lezioni spettacolo sul teatro Shakespeariano, sul De Profundis di Oscar Wilde, sulla Barraca di Federico Garcia Lorca (patrocinato dall’ambasciata di Spagna) e sulla vita in trincea attraverso le opere di Ungaretti.

 Si ringrazia Margerita Caravello e Mary Ferrara per la collaborazione

 

DIO ARRIVERÁ ALL’ALBA
Omaggio ad Alda Merini
19 e 20 marzo, doppia replica ore 18.00 e 21.00

Scritto e diretto da Antonio S.Nobili
Con
Antonella Petrone nel ruolo di Alda Merini e Valerio Villa, Alessio Chiodini, Alberto Albertino, Virginia Menendez, Sharon Orlandini
Aiuto regia Margherita Caravello
Musiche Paolo Marzo
Scene Fabio Pesaro per Skenograph Italia
Ufficio Stampa Mary Ferrara
Produzione TeatroSenzaTempo in collaborazione con l’associazione culturale Decennale Alda Merini

www.dioarriveraallalba.com

©L.C.
Milano, 17 marzo 2022
©Riproduzione vietata

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