Ritorni di stagione: “Gl’Innamorati” al Leonardo

di Luca Cecchelli

Torna al Teatro Leonardo un ‘classico rivisitato’ di Quelli di Grock: “Gl’Innamorati” di Goldoni, sottotitolo ‘il musicarello’. Riproponiamo l’intervista al regista Pietro De Pascalis risalente al debutto del 2019.

Pietro De Pascalis, regista e attore de “Gl’Innamorati”

Gl’Innamorati è forse l’opera più divertente e folle di tutta l’attività teatrale di Carlo Goldoni. Intanto, parlando di questa vostra riduzione, siamo nella dimensione del teatro nel teatro, giusto?
«Sì. In particolare quando ho avuto il desiderio di riportare in scena Gl’Innamorati, tra le possibilità vagliate, mi sono ricordato del progetto di due improvvisatori milanesi abbastanza famosi al Teatro della Cooperativa, recentemente operativi ogni lunedì sera, giorno in cui il teatro era di chiusura. Con la scenografia disposizione trovata di volta in volta – dunque non di un loro spettacolo – ricreavano uno show originale e completamente improvvisato. Da qui ha avuto origine l’idea di questa scalcagnata compagnia di attori, tenuti insieme in qualche modo, che non trovando spazio per portare in scena il loro spettacolo in teatro, tentano maldestramente di farlo in una condizione simile a quella citata. E così in questo teatro e con la scenografia che si ritrovano a disposizione cercano di mettere in scena Gl’Innamorati di Goldoni. Situazione che a volte li mette in difficoltà, altre li agevola, ma che chiaramente genera molte gag e spesso comicità involontaria».

“Uomini e donne che si alternano a mascherette, falsità e realtà che fanno lo stesso movimento: quello del gioco. Il tutto accompagnato da quell’amore di cui noi spesso abbiamo bisogno. Un amore folle, che fa ammattire tutti quelli che stanno intorno, perché i nostri innamorati all’amore ci sanno solo giocare”

Un altro dei classici ‘rivisitati’ di Grock: quale è stato il lavoro sul testo?
«Siamo partiti, anche in questo caso, dal testo originale de Gl’Innamorati. Il lavoro che abbiamo cercato di fare nella scrittura della parte off – cioè quella relativa al lavoro della finta compagnia – è stato ricercare una consonanza col linguaggio e col ritmo originali, perché si potesse costruire una drammaturgia non solo di senso ma soprattutto musicale. I testi di Goldoni in genere sono stati scritti in un momento in cui non era neanche stata inventata la psicanalisi, dunque si tratta di una drammaturgia basata in larga parte sul suono e sul ritmo: quando leggi Goldoni ti viene quasi da tenere il tempo con piede. Quello che ho cercato di fare, insieme a Valeria Cavalli e Debora Virello, è stato proprio restituire al nostro testo off lo stesso identico ritmo e drammaturgia sonora in consonanza al testo de Gl’Innamorati. Anche gli attori, di conseguenza, sono stati selezionati in base alle esigenze di questa operazione: in scena Jacopo Fracasso e Isabella Perego, usciti dalla nostra scuola, e poi Valeria Girelli dalla Paolo Grassi, Gaetano Callegaro, storico presidente del Teatro Litta e il nostro straniero, Loris Fabiani, attore molto famoso sulla scena milanese».

“Tra di loro si parlano ma non si capiscono, a volte nemmeno si vedono, stupendosi di ritrovarsi l’uno addosso all’altro. Gli innamorati volteggiano scomposti tra tenerezze e rabbia, con una grazia pericolosa che racconta tutta la tempesta che hanno nel cuore”

Sottotitolo è “Il musicarello” genere che, a differenza del musical, nasce in Italia per supportare e incrementare le vendite di dischi di cantanti allora molto in voga, come Gianni Morandi o Caterina Caselli. Perché questo sottotitolo e cosa vuole indicare rispetto alla resa scenica?
«Questo sottotitolo rappresenta un mio personale e programmatico desiderio di felicità (sorride soddisfatto). Il musicarello, con protagonisti famosi cantanti italiani, è un genere nato negli anni ’60. Io li guardavo quando ero molto piccolo, erano film che mi conquistavano, in onda solitamente appena finita la scuola: li lego al ricordo dell’inizio delle mie vacanze estive, quando rimanevo a casa davanti alla televisione. E ricordo i miei genitori che cantavano queste canzoni, facendomi scoprire cantanti della loro generazione, il tutto associato a un periodo molto spensierato della mia vita. Nella mia mente è un’associazione molto felice. La dinamica in ciascuno di essi, da Non son degno di te con Gianni Morandi e Laura Efrikian o Nel sole tra Al Bano e Romina, è sempre la stessa con la storia d’amore sempre protagonista. Dunque, come si può capire, escamotage interessante da utilizzare e collegare ad un testo che parla di amanti. In più, Gl’Innamorati di Goldoni è un’opera letterariamente davvero divertente, nel senso che ogni volta che la situazione pare si stia in qualche modo risolvendo, all’improvviso arriva un colpo di scena. Il fatto perciò che possa intervenire una canzone del genere come ulteriore mezzo di enfasi ed espressione delle emozioni, ci è sembrata una soluzione che potesse sottolineare ulteriormente il divertimento della piéce».

“Se tutti cantano, gli innamorati cantano due volte. Cantano canzoni che fanno innamorare, che aprono i cuori, li spalancano rendendoli più delicati. Ed è per questo che il mondo del Musicarello ci è venuto subito incontro, perché tutti abbiamo bisogno di cantare quando proviamo emozioni e ci sentiamo felici, ma allo stesso tempo fragili e vulnerabili”

Amore motore della scena dunque. L’amore in senso lato ma in fondo anche l’amore per il mestiere di attore. Chiedo ad un teatrante: perché quando si è innamorati si canta?
«Questa è una bella domanda. Sicuramente – come ho dichiarato anche per Gl’Innamorati – se le persone in genere cantano, gli innamorati cantano due volte. In realtà si canta sia quando si è innamorati sia quando si smette di essere innamorati. Si canta sempre quando si provano delle emozioni. Io personalmente ricordo momenti del genere nella mia vita, soprattutto in concomitanza con delusioni d’amore. Ad esempio un viaggio di ritorno da Treviglio a Milano mentre cantavo Emozioni di Lucio Battisti come fossi un pazzo – per fortuna non “a fari spenti nella notte” anche perché quella strada era già pericolosa 20 anni fa! (Ride) È un bisogno, un’urgenza, qualcosa di cui non si può fare a meno quando si è felici, così come quando si è molto tristi. Forse perché la canzone in sé genera emozione. A me è capitato anche quest’anno, quando sono tornato a vedere un concerto di Vasco Rossi a San Siro, a distanza di non so quanti anni: mi sono messo a cantare come un disperato e a un certo punto ho pianto perché mi sono reso conto che Vasco era stato il primo cantante che avevo visto dal vivo a 18 anni, in un periodo in cui l’amore in me lavorava con grande energia. Adesso l’amore lavora in modo differente, però l’emozione generata in me è sempre la stessa».

Intervista realizzata da Luca Cecchelli a Pietro De Pascalis per Teatro 2.0
16 dicembre 2019, SilverMusic Radio

 

 Si ringrazia Alessandra Paoli per la collaborazione.

 

GL’INNAMORATI
Il Musicarello

Martedì 5 – sabato 9 aprile ore 20.30
Domenica 10 aprile ore 16.30

da Carlo Goldoni
Con Gaetano Callegaro, Pietro De Pascalis, Loris Fabiani, Jacopo Fracasso, Valeria Girelli, Isabella Perego
Dramaturg Valeria Cavalli e Debora Virello
Regia Pietro De Pascalis
Assistente alla regia Chiara Pellegatta
Scene Claudio Intropido
Costumi Giulia Giovanelli
Disegno luci Fulvio Melli
Consulenza musicale Alex Procacci
Direttore di produzione Elisa Mondadori – con il sostegno di NEXT 2019
Produzione Manifatture Teatrali Milanesi
Durata spettacolo in scena 120′

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©L.C.
Milano, 8 aprile 2022
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